PALAZZO
ZABARELLA PRESENTA:
I MACCHIAIOLI
Capolavori
dell’Italia che risorge
24 ottobre 2020 - 18 aprile 2021
Padova,
Palazzo Zabarella
Un mondo
immediato quello dei macchiaioli; un mondo la cui essenza racconta dei valori dell’uomo, dell’uomo eroico e instancabile,
della sua forza e del suo coraggio, della sua
voglia di ripartire giorno dopo giorno a
dispetto di qualsiasi difficoltà. Pieno di sogni ed emozioni vitali, forte di
un’anima potente e vera che da sempre contrasta la morte, anche l’uomo di oggi è un uomo
“macchiaiolo”, che sa cogliere la vita in modo pieno, totale e
profondamente eroico. Le pescivendole di Signorini, il merciaio di La Spezia,
l’erbaiola di Fattori, le signore al sole di Cabianca, le bambine che fanno le
signore di Lega, la gente al mercato di via del Fuoco, le madri raggianti e
piene di vita, i bambini colti nel sonno, la donna che legge il giornale: i protagonisti delle
splendide opere in esposizione a Palazzo
Zabarella dal 24 ottobre al 18 aprile 2021 siamo noi, gli uomini e le
donne di oggi, macchiaioli
ieri, macchiaioli oggi; instancabili, pieni di emozioni e pulsioni vitali.
Cosa significa macchiaiolo? Macchiaiolo
è sinonimo di “vita”; quella vita che è la forza stessa dell'amore che
pervade ogni cosa e che contrasta la morte, irradiando ovunque la luce
dell'Essere. I Macchiaioli già nell’800 seppero vedere oltre, il loro sentire
profondo e umano è esaltazione
di ogni singolo attimo di vita quotidiana. Anticiparono
Monet, van Gogh, Gauguin…nel loro modo di rappresentare ed esaltare la relazione umana
in tutto il suo reale valore, in tutto il suo “eroismo”. Luce,
sole, nuvole, balconi fioriti, bucato steso ad asciugare, giovani donne che
guardano assorte il paesaggio che si disegna fuori dalla finestra: sono immagini di un'Italia
datata Ottocento, ancora incompiuta, sotto il profilo socio-politico, ma
iconicamente riconoscibile, segno concreto di un'identità precisa e amata.
Sono
immagini che, dal fondo del diciannovesimo secolo, ci vengono incontro oggi, a
delineare un'Italia profondamente segnata dalla pandemia, stretta nella morsa
del Covid 19: oggi come
allora abbiamo davanti agli occhi la luce del sole, il
bianco delle lenzuola, i balconi fioriti, quello a cui ci siamo aggrappati
durante i giorni della quarantena, nel desiderio di sfuggire così alla paura e
all'angoscia. L'Italia dei
macchiaioli, dunque, si sovrappone a quella del "dopo pandemia",
ancora più "affamata"
di bellezza, di libertà, di impegno, di luce, di sole. Nel desiderio di
ritrovare antiche radici
dalle quali poter rifiorire.
Una
mostra sui macchiaioli, tanto amati e popolari, ma con molti segreti ancora da
svelare, con storie e personalità da far scoprire, appare più che mai consona
ad una stagione culturale di
"ripartenza" per
l'intero nostro Paese. Una
rassegna che non si accontenti di essere semplicemente accattivante, capace di catturare un pubblico
sempre più vasto, di essere insomma una mostra-evento. Ma il cui intento
sia quello di riaprire un
capitolo importante della nostra storia artistica - quella macchiaiola
appunto - e lo arricchisca servendosi di punti di vista inediti e di una
ricerca scientifica rigorosa, attraverso fonti spesso trascurate. Ossia quella
rappresentata dalla nutrita
schiera di collezionisti e di mecenati, una fitta rete intessuta intorno a
maestri noti come Silvestro
Lega, Giovanni Fattori, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, e altri meno
noti, ma non meno significativi, come Adriano Cecioni, Odoardo Borrani,
Raffaello Sernesi, Vincenzo Cabianca.
Questa mostra ci sarà, è già pronta per essere
allestita a Padova, nella
prestigiosa sede di Palazzo Zabarella. Si intitola "I MACCHIAIOLI.
Capolavori dell’Italia che risorge", aprirà i battenti dal 24
ottobre 2020 e chiuderà il 18 aprile 2021.
Potrà così
rivivere, agli occhi dei visitatori, il mondo affascinante e ricco di stimoli,
il mondo degli artisti che si muovono tra Firenze, Roma, Milano, Venezia, le
spiagge e le colline, le campagne e i borghi, e dei loro amici e sostenitori,
lontano dai riconoscimenti della critica ufficiale, grazie alla loro audace
rivoluzione visiva. Tutto questo, grazie a una serie di accurate ricerche,
condensato appunto nella mostra curata da Giuliano
Matteucci e Fernando Mazzocca, con il decisivo contributo in catalogo di
Silvio Balloni e Claudia Fulgheri. Verrano presentate dunque opere famose, intensi capolavori,
accanto a quadri che offrono sguardi inediti. E soprattutto si
potranno finalmente "incontrare" personaggi che hanno affiancato e
sostenuto il lavoro dei maestri: colleghi pittori che ne hanno subito intuito
la portata innovativa e di sicuro valore artistico, come Cristiano Banti,
Michele Gordigiani, Ernesto Bertea. Amici mecenati che spesso li accolsero
nelle loro famiglie, come i Cecchini, i Bandini, i Batelli, che tanta parte
hanno avuto nella tormentosa vicenda biografica di Signorini. Un posto speciale
è quello occupato da Diego
Martelli, critico e letterato, che non solo ha sempre attivamente sostenuto
i macchiaioli, ma ha preparato per loro, in un certo senso, un luogo d'elezione, un luogo del
cuore e di ispirazione: la sua casa a Castiglioncello, aperta sempre
per tutti loro, trasformando un borgo per le vacanze borghesi in un simbolo
della creatività e libertà di visione. Le sue coste, le sue spiagge, le rocce e
le case di pescatori sono diventate familiari, patrimonio
collettivo di bellezza e di luce che possiamo tornare a contemplare, dopo il
buio di questi mesi.