venerdì 6 settembre 2019

DA TIZIANO A RUBENS. CAPOLAVORI DA ANVERSA E DA ALTRE COLLEZIONI FIAMMINGHE Venezia, Palazzo Ducale

DA TIZIANO A RUBENS.
CAPOLAVORI DA ANVERSA E DA ALTRE COLLEZIONI FIAMMINGHE

Venezia, Palazzo Ducale
Appartamento del Doge
5 settembre 2019 - 1 marzo 2020
A cura di Ben van Beneden, Direttore Rubenshuis
Direzione scientifica Gabriella Belli, Direttore Fondazione Musei Civici di Venezia
La mostra vuole narrare l’interscambio culturale, economico e nella specificità pittorico, librario, musicale e non da meno nell’arte della ceramica e del vetro che trova questo la sua specificità nella città lagunare e le relazioni di Anversa e Venezia a cavallo di due secoli. L'ambizione di Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe è riuscire a restituire il fermento culturale e economico che ha attraversato l'Europa tra il XVI e il XVII secolo, con il suo carico di storie e stili, opere e collezioni. In esposizione ci sono 140 pezzi che comprendono opere assenti da secoli in laguna dove furono prodotte, o mai esposte fino a oggi al pubblico, provenienti dalle più prestigiose collezioni pubbliche e private di Anversa e delle Fiandre e da altri Musei e collezioni italiane e internazionali. Dodici opere di Peter Paul Rubens [1577-1640] sono in mostra, tra le quali il Ritratto di giovane donna con una catena, elegante e forte, rinvenuto solo una decina di anni fa e per la prima volta esposto al pubblico, e il monumentale San Francesco d’Assisi riceve le stimmate. Di Anthony van Dyck [1599-1641], che di Rubens fu erede, le opere in mostra sono sette, con i suoi ritratti vividi e immediati dalla forte caratterizzazione e abile pennellata, quali lo Studio per un ritratto di un alto funzionario di Bruxelles e il Ritratto di Johannes Malderus, anche questa opera di recente riscoperta qui esposta per la prima volta. Altrettanto notevole il Ritratto di dama con la figlia, celato da Tobia e l’Arcangelo Gabriele, composizione religiosa di un apprendista di bottega di Tiziano Vecellio, sulla tela incompiuta del Maestro.
Nel 1948 il quadro è stato radiografato nel Courtauld Institute e ripulito in un lungo restauro durato oltre 20 anni, riportando alla luce Milia, donna amata da Tiziano e la figlioletta. Tiziano morì il 27 agosto 1576, durante una terribile epidemia di peste. Nel 1581, il facoltoso nobile veneziano Cristoforo Barbarigo acquistò la casa dell’artista insieme al contenuto della sua bottega, incluso il Ritratto di dama con la figlia celato sotto “Tobia e l’Arcangelo Raffaele”. Il nobile acquirente espose le opere nel Palazzo Barbarigo nella Terrazza sul Canal Grande, nel sestiere di San Polo. Anche Rubens e Anthony van Dyck devono aver visto il “Tobia” durante la loro visita alla collezione, conosciuta come la “scuola di Tiziano”, che conteneva dipinti di tutte le fasi della carriera del maestro veneziano. Il “Tobia” faceva parte del gruppo di opere vendute dalla famiglia Barbarigo allo zar Nicola I di Russia nel 1850; in seguito, molti di questi quadri lasciarono la collezione imperiale. Il “Tobia” restò nella collezione del conte Tyszkiewicz a San Pietroburgo fino al 1913, prima di comparire sul mercato dell’arte. In mostra si può ammirare anche Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI di Tiziano. Maerten de Vos [1532-1603], famoso come pittore di soggetti storici e ideatore di stampe, è presente con un importante nucleo di opere che comprende un tronie così chiamato olio su tavola, dipinto di getto e dal vivo, detto Studio di testa di uomo con la barba e il dipinto La calunnia di Apelle. Non mancano opere di Willem Key [1520ca-1568], Adriaen Thomasz Key [1545ca-1589ca] e Jacques Jordeans [1593-1678], presente con Il martirio di Sant’Apollonia, eseguito per la Chiesa degli Agostiniani di Anversa, e Amore e Psiche, considerato uno dei massimi capolavori dell'arte fiamminga. Nella seconda metà del XVI secolo Anversa fu protagonista degli scontri tra i protestanti del nord e i cattolici del sud guidati dalla Spagna, che nel 1585 conquistò la città. Il conflitto portò alla chiusura dei traffici navali sul fiume Schelda e fu la catastrofe economica. L'allontanamento dei mercanti comportò una fase di smantellamento che coinvolse anche la produzione degli studi e degli artisti, con migrazioni e riposizionamenti. La committenza nella parte meridionale dei Paesi Bassi continuò a sostenere il lavoro degli artisti, Chiesa, aristocrazia e borghesia non smisero il loro ruolo di committenti e collezionisti, mentre nella parte più a nord ci furono delle discontinuità. Anversa era l'epicentro della pittura fiamminga, ma anche a Bruges, a Gent con i caravaggisti, e soprattutto a Bruxelles. La pittura dell'intera regione fiamminga mostra una sorprendente varietà di stili e di temi. Theodoor van Loon [1582ca-1649] divenne uno dei primi caravaggisti nel sud dei Paesi Bassi. In esposizione Ritratto di due fanciulle come Sant'Agnese e Santa Dorotea, di Michaelina Wautier [1617-1689] una delle artiste donne degli inizi dell'età moderna.  Altra pittrice è Clara Peeters, con una Natura morta con formaggi e burro, aragoste, gamberi, pane e vino e una Natura morta con pesce, aragoste, gamberi e ostriche. Di lei poco si sa, se non che dipingeva ad Anversa ed era specializzata in tale genere. La natura morta era con i paesaggi realistici, le scene storiche, mitologiche e religiose e le scene di vita quotidiana uno dei generi più diffusi. Nei trionfi di carni e nelle tavole imbandite compaiono a volte dei vetri, testimoni del virtuosismo degli artisti e della presenza anche nei floridi mercati di Anversa dei famosi vetri veneziani. In mostra alcuni dipinti che li ritraggono, tra i quali il raffinato Natura morta di fiori in un vaso di Daniel Seghers [1590-19661] e la sontuosa Natura morta di frutta con un calice à la façon de Venise di Jan Davidsz De Heem [1606-1684] e oltre 30 pregiatissimi pezzi del XVI e XVII secolo provenienti dalle collezioni del Museo del Vetro di Murano. Dopo quasi 200 anni ritorna a Venezia la pala d'altare che Tintoretto dipinse per la chiesa di San Geminiano, edificata nel 1557 di fronte alla basilica di San Marco e demolita nel 1807 per volere di Napoleone; il dipinto è L'angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d'Alessandria. L’opera passò a diversi privati; negli anni Ottanta fu acquistata David Bowie e alla sua morte da un collezionista che lo ha affidato in prestito alla Rubenhuis, il museo della Casa di Rubens.  Anversa nel periodo storico di maggior splendore ha avuto un’élite commerciale e politica che amava esibire il proprio status, con lusso e raffinatezza. Artisti, mobilieri, ceramisti, vetrai, tessitori, stampatori di libri e costruttori di strumenti musicali potevano contare su un fiorente mercato. Nelle case delle famiglie più benestanti si trovavano clavicembali e virginali prodotti nelle botteghe di Anversa. La più famosa e produttiva fu quella della famiglia Ruckers-Couchet. A Venezia facevano parte della comunità fiamminga numerosi musicisti; a uno di loro, Adrian Willaert, venne affidata dal 1527 al 1562 la cappella del doge, ovvero la Cappella della Serenissima Repubblica. Il fiammingo Adrian Willaert, circondandosi di validi musicisti fiamminghi e italiani portò nella musica occidentale numerose innovazioni, con uso di strumenti a fiato, quali quelli presenti in mostra e costruiti dai Bassano, che nella prima metà del Cinquecento si stabilirono a Venezia sia come suonatori che come costruttori di strumenti. La cultura tout court e in particolare quella musicale favorì lo sviluppo dell’editoria; un settore in cui si cimentò anche l'editore di Anversa Cristophe Plantin [1520-1589].
 Il Sindaco di Venezia, dottor Brugnaro, nel suo intervento in conferenza stampa, si dichiara soddisfatto per la mostra portata a Venezia capolavori provenienti dalle collezioni dei musei più importanti della Regione delle Fiandre: primo fra tutti il Rubenshuis – la Casa di Rubens, che ospita il museo a lui dedicato diretto dal curatore di questa mostra, Ben van Beneden. Altri musei della città di Anversa hanno contribuito in modo determinante con grandi capolavori: il Museo Reale delle Belle Arti di Anversa, il Museo Plantin-Moretus, la Biblioteca del Patrimonio Hendrik Conscience Heritage, il Museo Mayer van den Bergh, il Museo musicale Vleeshuis, il Museo della Casa di Snjiders & Rockox e il MAS, Museum aan de Stroom. Prestiti importanti sono giunti anche da altre città delle Fiandre, come Gent, Bruges, Lovanio. “Mai così tanti capolavori avevano lasciato le Fiandre -sostiene il sindaco- per trasferirsi presso un’unica sede all’estero. Una partecipazione eccezionale che Venezia accoglie con gioia e con orgoglio”. Mariacristina Gribaudi Presidente Fondazione Musei Civici di Venezia e Gabriella Belli, Direttore Fondazione Musei Civici di Venezia, sono orgogliose della cooperazione internazionale che la Fondazione Musei Civici di Venezia ha già avviato nel corso delle passate esposizioni a Palazzo Ducale, da Tintoretto nell’inverno 2018 a Canaletto nella primavera 2019, continua raccontando un altro interessante episodio dell’irradiarsi della cultura veneziana nel mondo. Mariacristina Gribaudi sostiene: “Con la mostra Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe viene portata alla conoscenza del grande pubblico una fase straordinariamente felice dei rapporti tra Venezia e le Fiandre”. Nabilla Ait Daoud, Vice sindaco con delega alla Cultura nella  Città di Anversa, sottolinea il legame dei porti di Anversa e Venezia, fin dal Medioevo. Ben van Beneden, Direttore Rubenshuis, ricorda che nel novembre del 2016 il dipinto la Visione di Santa Caterina era diventato noto come "Il Tintoretto di Bowie", è stato dato in prestito a lungo termine al Rubenshuis. Il Museo della casa di Rubens acquisì temporaneamente pure il Ritratto di dama con la figlia di Tiziano. Ora queste due opere possono essere ammirate fino al 1 marzo del prossimo anno nella loro città natale, Venezia. Vincenzo Baratella.

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