DA
TIZIANO A RUBENS.
CAPOLAVORI
DA ANVERSA E DA ALTRE COLLEZIONI FIAMMINGHE
Venezia,
Palazzo Ducale
Appartamento
del Doge
5 settembre
2019 - 1 marzo 2020
A cura di
Ben van Beneden, Direttore Rubenshuis
Direzione
scientifica Gabriella Belli, Direttore Fondazione Musei Civici di Venezia
La mostra vuole narrare l’interscambio
culturale, economico e nella specificità pittorico, librario, musicale e non da
meno nell’arte della ceramica e del vetro che trova questo la sua specificità
nella città lagunare e le relazioni di Anversa e Venezia a cavallo di due
secoli. L'ambizione di Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da
altre collezioni fiamminghe è riuscire a restituire
il fermento culturale e economico che ha attraversato l'Europa tra il XVI e il XVII
secolo, con il suo carico di storie e stili, opere e collezioni. In esposizione
ci sono 140 pezzi che comprendono opere assenti da secoli in laguna dove furono
prodotte, o mai esposte fino a oggi al pubblico, provenienti dalle più prestigiose
collezioni pubbliche e private di Anversa e delle Fiandre e da altri Musei e collezioni
italiane e internazionali. Dodici opere di Peter Paul Rubens [1577-1640] sono
in mostra, tra le quali il Ritratto di giovane donna
con una catena, elegante e forte, rinvenuto solo
una decina di anni fa e per la prima volta esposto al pubblico, e il
monumentale San Francesco d’Assisi riceve
le stimmate. Di Anthony van Dyck [1599-1641], che di Rubens fu
erede, le opere in mostra sono sette, con i suoi ritratti vividi e immediati
dalla forte caratterizzazione e abile pennellata, quali lo Studio
per un ritratto di un alto funzionario di Bruxelles e il Ritratto
di Johannes Malderus, anche questa opera di recente
riscoperta qui esposta per la prima volta. Altrettanto notevole il Ritratto
di dama con la figlia, celato da Tobia
e l’Arcangelo Gabriele, composizione religiosa di un apprendista di bottega
di Tiziano Vecellio, sulla tela incompiuta del
Maestro.
Nel 1948 il quadro è stato radiografato nel Courtauld
Institute e ripulito in un lungo restauro durato oltre 20 anni, riportando alla
luce Milia, donna amata da Tiziano e la figlioletta. Tiziano
morì il 27 agosto 1576, durante una terribile epidemia di peste. Nel 1581, il facoltoso
nobile veneziano Cristoforo Barbarigo acquistò la casa dell’artista insieme al contenuto
della sua bottega, incluso il Ritratto di dama con la
figlia celato sotto “Tobia e l’Arcangelo
Raffaele”. Il nobile acquirente espose le opere nel Palazzo Barbarigo nella Terrazza
sul Canal Grande, nel sestiere di San Polo. Anche Rubens e Anthony van Dyck devono
aver visto il “Tobia” durante la loro visita alla collezione, conosciuta
come la “scuola di Tiziano”, che conteneva dipinti di tutte le fasi della
carriera del maestro veneziano.
Il “Tobia” faceva parte del gruppo di opere vendute dalla famiglia
Barbarigo allo zar Nicola I di Russia nel 1850; in seguito, molti di questi
quadri lasciarono la collezione
imperiale. Il “Tobia” restò nella collezione del conte Tyszkiewicz a
San Pietroburgo fino al 1913, prima di comparire sul mercato dell’arte. In
mostra si può ammirare anche Jacopo Pesaro presentato a
San Pietro da Papa Alessandro VI di
Tiziano.
Maerten de Vos [1532-1603], famoso come pittore di soggetti storici e ideatore
di stampe, è presente con un
importante nucleo di opere che comprende un tronie
così chiamato olio su tavola,
dipinto di getto e dal vivo, detto Studio di testa di uomo con
la barba e il dipinto La calunnia di Apelle. Non
mancano opere di Willem Key [1520ca-1568],
Adriaen Thomasz Key [1545ca-1589ca] e Jacques Jordeans [1593-1678], presente
con Il martirio di Sant’Apollonia, eseguito
per la Chiesa degli Agostiniani di Anversa, e Amore e Psiche, considerato
uno dei massimi capolavori dell'arte fiamminga. Nella seconda metà del XVI
secolo Anversa fu protagonista degli scontri tra i protestanti del nord e i
cattolici del sud guidati dalla Spagna, che nel 1585 conquistò la città. Il
conflitto portò alla chiusura dei traffici navali sul fiume Schelda e fu la
catastrofe economica. L'allontanamento dei mercanti comportò una fase di
smantellamento che coinvolse anche la produzione degli studi e degli artisti,
con migrazioni e riposizionamenti. La committenza nella parte meridionale dei
Paesi Bassi continuò a sostenere il lavoro degli artisti, Chiesa, aristocrazia
e borghesia non smisero il loro ruolo di committenti e collezionisti, mentre
nella parte più a nord ci furono delle discontinuità. Anversa era l'epicentro
della pittura fiamminga, ma anche a Bruges, a Gent con i caravaggisti, e
soprattutto a Bruxelles. La pittura dell'intera regione fiamminga mostra una
sorprendente varietà di stili e di temi. Theodoor van Loon [1582ca-1649]
divenne uno dei primi caravaggisti nel sud dei Paesi Bassi. In esposizione Ritratto
di due fanciulle come Sant'Agnese e Santa Dorotea, di
Michaelina Wautier [1617-1689] una delle artiste donne degli
inizi dell'età moderna. Altra pittrice è
Clara Peeters, con una Natura morta con formaggi e burro, aragoste,
gamberi, pane e vino e una Natura morta con pesce,
aragoste, gamberi e ostriche. Di lei poco si sa, se non che dipingeva ad
Anversa ed era specializzata in tale genere. La natura morta
era con i paesaggi realistici, le scene storiche, mitologiche e religiose e le
scene di vita quotidiana uno dei generi più diffusi. Nei trionfi di carni e nelle
tavole imbandite compaiono a volte dei vetri, testimoni del virtuosismo degli
artisti e
della presenza anche nei floridi mercati di Anversa dei famosi vetri veneziani.
In mostra alcuni dipinti che li ritraggono, tra i quali il
raffinato Natura morta di fiori in un vaso di
Daniel Seghers [1590-19661] e la sontuosa Natura
morta
di frutta con un calice à la façon de Venise di Jan Davidsz De Heem
[1606-1684] e oltre 30 pregiatissimi pezzi del XVI e XVII secolo provenienti
dalle collezioni del Museo del Vetro di Murano. Dopo
quasi 200 anni ritorna a Venezia la pala d'altare che
Tintoretto dipinse per la chiesa di San Geminiano, edificata nel 1557 di fronte
alla basilica di San Marco e demolita nel 1807 per volere di Napoleone; il
dipinto è L'angelo annuncia il martirio a Santa Caterina
d'Alessandria. L’opera passò
a diversi privati; negli anni Ottanta fu acquistata David Bowie e alla sua morte
da un collezionista che lo ha affidato in prestito alla Rubenhuis, il museo
della Casa di Rubens. Anversa nel
periodo storico di maggior splendore ha avuto un’élite commerciale e politica
che amava esibire il proprio status, con lusso e raffinatezza. Artisti,
mobilieri, ceramisti, vetrai, tessitori, stampatori di libri e costruttori di
strumenti musicali potevano contare su un fiorente mercato. Nelle case delle
famiglie più benestanti si trovavano clavicembali e virginali prodotti nelle botteghe
di Anversa. La più famosa e produttiva fu quella della famiglia Ruckers-Couchet.
A Venezia facevano parte della comunità fiamminga numerosi musicisti; a uno di
loro, Adrian Willaert, venne affidata dal 1527 al 1562 la cappella del doge,
ovvero la Cappella della Serenissima Repubblica. Il fiammingo Adrian Willaert,
circondandosi di validi musicisti fiamminghi e italiani portò nella musica
occidentale numerose innovazioni, con uso di strumenti a fiato, quali quelli
presenti in mostra e costruiti dai Bassano, che nella prima metà del
Cinquecento si stabilirono a Venezia sia come suonatori che come costruttori di
strumenti. La cultura tout court e in particolare quella musicale favorì lo
sviluppo dell’editoria; un settore in cui si cimentò anche l'editore di Anversa
Cristophe Plantin [1520-1589].
Il Sindaco di Venezia, dottor Brugnaro, nel suo intervento in
conferenza stampa, si dichiara soddisfatto per la mostra portata a Venezia
capolavori provenienti dalle collezioni dei musei più importanti della Regione
delle Fiandre: primo fra tutti il Rubenshuis – la Casa di Rubens, che ospita il
museo a lui dedicato diretto dal curatore di questa mostra, Ben van Beneden.
Altri musei della città di Anversa hanno contribuito in modo determinante con
grandi capolavori: il Museo Reale delle Belle Arti di Anversa, il Museo
Plantin-Moretus, la Biblioteca del Patrimonio Hendrik Conscience Heritage, il
Museo Mayer van den Bergh, il Museo musicale Vleeshuis, il Museo della Casa di
Snjiders & Rockox e il MAS, Museum aan de Stroom. Prestiti importanti sono
giunti anche da altre città delle Fiandre, come Gent, Bruges, Lovanio. “Mai
così tanti capolavori avevano lasciato le Fiandre -sostiene il sindaco- per
trasferirsi presso un’unica sede all’estero. Una partecipazione eccezionale che
Venezia accoglie con gioia e con orgoglio”.
Mariacristina Gribaudi Presidente Fondazione Musei Civici di Venezia e Gabriella Belli, Direttore Fondazione Musei
Civici di Venezia, sono orgogliose della cooperazione
internazionale che la Fondazione Musei Civici di Venezia ha già avviato nel corso delle passate esposizioni a Palazzo Ducale, da
Tintoretto nell’inverno 2018 a Canaletto nella
primavera 2019, continua raccontando un altro interessante episodio dell’irradiarsi della cultura veneziana nel mondo. Mariacristina
Gribaudi sostiene: “Con la mostra Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe viene portata alla conoscenza del
grande pubblico una fase straordinariamente felice dei rapporti tra
Venezia e le Fiandre”. Nabilla Ait Daoud, Vice sindaco con delega alla Cultura nella Città di Anversa, sottolinea il legame dei
porti di Anversa e Venezia, fin dal Medioevo. Ben van Beneden, Direttore
Rubenshuis, ricorda che nel
novembre del 2016 il dipinto la Visione di Santa Caterina era
diventato noto come "Il Tintoretto di Bowie", è stato dato in
prestito a lungo termine al Rubenshuis. Il Museo della casa di Rubens acquisì
temporaneamente pure il Ritratto di
dama con la figlia di Tiziano. Ora queste due opere possono essere ammirate fino al 1
marzo del prossimo anno nella loro città natale, Venezia. Vincenzo Baratella.
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