Peggy Guggenheim.
L’ultima Dogaressa
21 settembre 2019 – 27 gennaio 2020
A cura di Karole P. B. Vail con Gražina Subelytė
Collezione Peggy Guggenheim
Momento della conferenza stampa. Da sin. Francesca Lavazza e Karole P. B. Vail
Con la mostra Peggy Guggenheim. L’ultima
Dogaressa, a cura di Karole P. B. Vail, Direttrice della Collezione Peggy
Guggenheim, con Gražina Subelytė, Assistant Curator, dal 21 settembre 2019 al
27 gennaio 2020 il museo celebra la vita veneziana della sua fondatrice,
scandendo tappa dopo tappa le mostre e gli eventi che hanno segnato trent’anni
trascorsi in laguna, dal 1948 al 1979. Sono esposte una sessantina di opere di
artisti noti e meno noti, tra dipinti, sculture e lavori su carta, selezionate
tra quelle acquisite nel corso degli anni quaranta e il 1979, anno della
scomparsa di Peggy Guggenheim. E’ una opportunità di rivedere celebri
capolavori come L’impero della luce (L’Empire des lumières)
di René Magritte e Studio per scimpanzé (Study for Chimpanzee) di
Francis Bacon, accanto ad opere raramente esposte, come Autunno a Courgeron
(L'Automne à Courgeron) di René Brô, Serendipity 2 di Gwyther Irwin,
e ancora Sopra il bianco (Above the White),di Kenzo Okada e Deriva No
2 .(Drifting No. 2) di Tomonori Toyofuku. Le sale di Palazzo Venier
dei Leoni ospiteranno la maggior parte delle opere acquistate tra il 1938,
quando a Londra Peggy apre la sua prima galleria Guggenheim Jeune, e il 1947,
anno in cui si stabilisce a Venezia, un’occasione per vedere esposta quasi
nella sua totale interezza la storica collezione, inclusi capolavori come Scatola
in una valigia (Boîte-en-Valise), realizzata da Marcel Duchamp nel 1941
proprio per Peggy. Nel 1948 Peggy Guggenheim viene invitata a esporre la
sua collezione alla XXIV Biennale di Venezia: è la prima presentazione della
collezione in Europa dopo la chiusura della galleria-museo newyorkese Art of
This Century e il trasferimento in Italia. Peggy Guggenheim. L’ultima
Dogaressa si apre con un omaggio a questo evento divenuto epocale: i lavori
allora esposti negli spazi del padiglione della Grecia furono i più
contemporanei di tutta la Biennale, soprattutto per la presenza di opere
dell’Espressionismo astratto americano e il debutto in Europa di Jackson
Pollock. Ad aprire il percorso espositivo saranno dunque proprio le opere di
Arshile Gorky, Robert Motherwell, Mark Rothko e Clyfford Still.
Una doverosa citazione della prima mostra di
scultura contemporanea che Peggy Guggenheim organizza a Palazzo Venier dei
Leoni nel settembre del 1949, di cui quest’anno ricorre il 70° anniversario, in
cui esposeTesta e conchiglia (Tête et coquille) di Jean Arp, Uccello nello spazio (L'Oiseaudans
l'Espace) di Constantin Brancusi, Piazza di Alberto Giacometti. La seconda
fase del collezionismo della mecenate è rappresentato da una serie di lavori di
artisti italiani attivi alla fine degli anni ’40: Edmondo Bacci, Piero Dorazio,
Tancredi Parmeggiani, Giuseppe Santomaso ed Emilio Vedova. Nel corso degli anni
’50 Peggy Guggenheim sviluppa interesse per l’arte del gruppo CoBrA, con
artisti di Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam, da cui l’acronimo: Pierre
Alechinsky, Karel Appel,e Asger Jorn, appartenenti al gruppo, accanto agli inglesi
Kenneth Armitage, Francis Bacon, Alan Davie, Henry Moore, Ben Nicholson,
Graham Sutherland. L’esposizione include un focus sull’Arte cinetica e Op art,
genere che interessò particolarmente Peggy Guggenheim nel corso degli anni ’60,
con i lavori di Marina Apollonio, Alberto Biasi, Martha Boto, Franco
Costalonga, Heinz Mack, Manfredo Massironi e Victor Vasarely. Tutti
utilizzarono forme geometriche, strutture e materiali industriali per creare
effetti ottici e illusioni percettive, sfruttando le proprietà trasparenti e
riflettenti di materiali quali l’alluminio, la plastica, il vetro, per dare ai
propri “oggetti” un aspetto volutamente “spersonalizzante” in contrasto con
l’emotivo linguaggio visivo dell’Espressionismo astratto. Peggy Guggenheim.
L’ultima Dogaressa è corredata da una pubblicazione sull’intero percorso di
Peggy quale collezionista, mecenate e gallerista, dagli esordi londinesi della
galleria Guggenheim Jeune, al capitolo newyorkese di Art of This Century e
l’incontro con Jackson Pollock, la Biennale del 1948, e il ruolo che ebbe
nell’esistenza della collezione di Palazzo Venier dei Leoni. Il volume, a cura
di Karole P. B. Vail con Vivien Greene è una coedizione di Collezione Peggy
Guggenheim e Marsilio Editori. La mostra rientra nell’ampio programma di celebrazioni con cui
quest’anno il museo rende omaggio a un doppio anniversario: i 70 anni dal
trasferimento a Palazzo Venier dei Leoni di Peggy Guggenheim e dalla prima
mostra qui realizzata e i 40 anni dalla sua scomparsa. Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa è realizzata grazie al
sostegno di Lavazza in qualità di Global Partner della Fondazione Solomon R.
Guggenheim. Foto soggette a ©.
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