giovedì 27 febbraio 2020

ULISSE. L'arte e il mito in Mnemosine


ULISSE. L'arte e il mito


Ritratto di Omero, tipo "ellenistico cieco"
Forlì, Musei San Domenico


Dal 15  febbraio al 21 giugno 2020
Dott.ssa Daniela Vullo, una curatrice.
Un viaggio nell'arte che ripercorre, attraverso i secoli, le vicende del più antico e moderno personaggio della letteratura occidentale: l'uomo dal "multiforme ingegno", Ulisse. All'eroe omerico è dedicata la grande mostra "ULISSE. L'arte e il mito" ospitata presso i Musei San Domenico di Forlì, dal 15 febbraio al 21 giugno 2020, a cura della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, di Gianfranco Brunelli, direttore dei progetti espositivi e del Comitato Scientifico presieduto dal professor Antonio Paolucci. Il tema indagato è quello di Ulisse e del suo mito che, da oltre tremila anni, domina la cultura dell'area mediterranea. Basti pensare a Dante nel XXVI" dell'Inferno, a Stanley Kubrick di 2001 -Odissea nello spazio, al capitano Acab di Moby Dick, alla città degli Immortali di Borges, a Tasso della Gerusalemme liberata o all’ Ulisse di Joyce. Le sale del Museo di San Domenico ospitano 250 opere tra le più significative, dall'antico al Novecento, suddivise in 16 sezioni, in un percorso che comprende pittura, scultura, miniature, mosaici, ceramiche, arazzi e opere grafiche e che si snoda attraverso i più grandi nomi di ogni epoca. A partire dall'Ulisse di Sperlonga, opera in marmo risalente al I sec d.C., immagine simbolo della grande mostra, a\\’ Afrodite Callipige dell'antichità, si possono ammirare il Concilio degli dei di Rubens, la Penelope del Beccafumi, la Circe invidiosa di Waterhouse in arrivo dall'Australia, fino a Le muse inquietanti di De Chirico, airi/tóse di Arturo Martini e al cavallo statuario di Mimmo Paladino. A segnare Vincipit del percorso artistico e museale della mostra è un ritrovamento eccezionale: la nave greca arcaica di Gela, tra le più antiche del mondo, che per la prima volta dopo il suo rinvenimento nei fondali marini di Gela. E’possibile osservare da vicino l'ossatura portante dell'imbarcazione, databile tra il VI e il V secolo a.C., rinvenuta nel 1988 nel mare di Contrada Bulala, al largo di Gela, a cinque metri di profondità. Le parti recuperate raggiungono una lunghezza massima di 17 metri e una larghezza massima di 4,30. Sono arrivati fino a noi la ruota di poppa, il paramezzale e i madieri. Del carico rinvenuto fanno parte anche un cesto di vimini e un tripode in bronzo. Siamo, dunque, in presenza di uno dei più emblematici ritrovamenti subacquei del patrimonio archeologico del Mediterraneo Antico che ci consente di conoscere non solo le caratteristiche dell'imbarcazione, ma la storia stessa della navigazione e le tecniche di costruzione navale impiegate dalle maestranze greche. All'ingresso della mostra, il grande cavallo di Troia che campeggia sul piazzale antistante i Musei, potente icona evocativa e simbolica delle vicende dell'eroe omerico. L'opera intende essere una riproposizione in chiave contemporanea del tema della rassegna e un riconoscimento "pop" del mito di Ulisse. Le opere presenti nella rassegna sono collegate al personaggio Ulisse, ma ancor di più, nell’analizzare il contesto storico, mitologico è facile dedurre che in fondo il discorso appartiene all’essere umano, parla della condizione umana, delle sue potenzialità, fragilità, comportamenti, punti di forza; caratteristiche evidenziate in Ulisse, immagine di eroe, di uomo con responsabilità politiche,pubbliche e sentimenti che testimoniano legami affettivi. La sua esperienza è la nostra nel bene e nel male,l’intelligenza, l’arguzia, la scaltrezza sono elementi che fanno emergere l’identità della condizione umana con pregi e difetti; capace di azioni nobili, eroiche e d’inganni, se necessario, per salvare la vita a sé e al prossimo. 
Benes Knupfer, Sirena

Cesare Viazzi, Le sirene

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