ULISSE. L'arte e il
mito
Ritratto di Omero, tipo "ellenistico cieco"
Forlì, Musei San Domenico
Dal 15 febbraio al 21 giugno 2020
Dott.ssa Daniela Vullo, una curatrice.
Un viaggio nell'arte che ripercorre,
attraverso i secoli, le vicende del più antico e moderno personaggio della letteratura occidentale: l'uomo dal
"multiforme ingegno", Ulisse. All'eroe omerico è dedicata la grande mostra "ULISSE. L'arte e il mito" ospitata
presso i Musei San Domenico di Forlì, dal 15 febbraio al 21
giugno 2020, a cura della Fondazione Cassa
dei Risparmi di Forlì, di Gianfranco Brunelli,
direttore dei progetti espositivi e del Comitato Scientifico presieduto dal professor Antonio Paolucci. Il
tema indagato è quello di Ulisse e del suo mito che, da oltre tremila anni,
domina la cultura dell'area mediterranea. Basti pensare
a Dante nel XXVI" dell'Inferno, a Stanley Kubrick di 2001 -Odissea nello
spazio, al capitano Acab di Moby Dick, alla città degli Immortali di Borges, a
Tasso della Gerusalemme liberata o all’ Ulisse di Joyce. Le sale del Museo di San Domenico ospitano 250 opere tra le
più significative, dall'antico al Novecento,
suddivise in 16 sezioni, in un percorso che comprende pittura, scultura,
miniature, mosaici, ceramiche, arazzi e opere grafiche e
che si snoda attraverso i più grandi nomi di ogni epoca. A partire dall'Ulisse
di Sperlonga, opera in marmo risalente al I sec d.C., immagine simbolo
della grande mostra, a\\’ Afrodite
Callipige dell'antichità, si possono ammirare il Concilio degli dei di
Rubens, la Penelope del Beccafumi, la Circe
invidiosa di Waterhouse in arrivo dall'Australia, fino a Le muse inquietanti di De Chirico,
airi/tóse di Arturo Martini e al cavallo
statuario di Mimmo Paladino. A segnare Vincipit
del percorso artistico e museale della mostra è un ritrovamento
eccezionale: la nave greca arcaica di Gela, tra le più antiche del mondo, che
per la prima volta dopo il suo rinvenimento nei fondali marini di Gela. E’possibile osservare da vicino l'ossatura portante dell'imbarcazione, databile tra il VI e il V secolo a.C.,
rinvenuta nel 1988 nel mare di Contrada Bulala, al largo di
Gela, a cinque metri di profondità. Le parti recuperate raggiungono
una lunghezza massima di 17 metri e una larghezza massima di 4,30. Sono arrivati fino a noi la ruota di poppa, il paramezzale
e i madieri. Del carico rinvenuto fanno parte anche un cesto di vimini e un
tripode in bronzo. Siamo,
dunque, in presenza di uno dei più emblematici ritrovamenti subacquei del
patrimonio archeologico del Mediterraneo Antico che ci consente di conoscere
non solo le caratteristiche dell'imbarcazione, ma
la storia stessa della navigazione e le tecniche di costruzione navale
impiegate dalle maestranze greche. All'ingresso della mostra, il grande cavallo
di Troia che campeggia sul piazzale antistante i Musei, potente icona evocativa e simbolica delle vicende dell'eroe omerico.
L'opera intende essere una riproposizione in chiave
contemporanea del tema della rassegna e un
riconoscimento "pop" del mito di Ulisse. Le opere presenti nella rassegna
sono collegate al personaggio Ulisse, ma ancor di più, nell’analizzare il
contesto storico, mitologico è facile dedurre che in fondo il discorso
appartiene all’essere umano, parla della condizione umana, delle sue
potenzialità, fragilità, comportamenti, punti di forza; caratteristiche
evidenziate in Ulisse, immagine di eroe, di uomo con responsabilità
politiche,pubbliche e sentimenti che testimoniano legami affettivi. La sua
esperienza è la nostra nel bene e nel male,l’intelligenza, l’arguzia, la
scaltrezza sono elementi che fanno emergere l’identità della condizione umana
con pregi e difetti; capace di azioni nobili, eroiche e d’inganni, se
necessario, per salvare la vita a sé e al prossimo.
Benes Knupfer, SirenaCesare Viazzi, Le sirene
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