mercoledì 28 febbraio 2018

RODIN AL SANTA CATERINA DI TREVISO in Mnemosine

RODIN AL SANTA CATERINA DI TREVISO

Al Museo di Santa Caterina di Treviso in accordo con il Musée Rodin, Marco Goldin ha selezionato per l’ampia rassegna su Rodin 50 sculture e 25 opere su carta. Sono presenti tutti i capolavori più noti dello scultore dal Bacio (immagine della mostra) al Pensatore, al Monumento a Balzac, all’Uomo dal naso rotto, all’Età del bronzo, sino alle maquettes. Rappresentate al Santa Caterina sono tutte le tappe artistiche dello scultore; percorsi che mettono in evidenza il fortissimo interesse per Michelangelo e per la scultura rinascimentale italiana. La capacità di Rodin è quella di dare al marmo ai gessi e comunque a tutta la materia trattata un trasporto sensuale ed introspettivo. In mostra sarà presente una grande e famosa tela di Edvard Munch, del 1907, che ritrae la statua del Pensatore nel giardino del dottor Linde: collezionista di Rodin e di Munch. Non mancherà poi un quadro di Monet. Il curatore Marco Goldin ha voluto il confronto con Arturo Martini; un  collegamento  a “Omaggio ad Arturo Martini” presente in contemporanea al rinnovato Museo “Luigi Bailo”, che vanta oltre cento opere di Martini: sculture, ceramiche e incisioni. Ai visitatori della mostra di Rodin sarà suggerito, anche grazie alla possibilità di godere di un biglietto ridotto per il Bailo, di ammirare, una dozzina di  opere del trevigiano Gino Rossi. Treviso è stata la destinazione scelta dal Musée Rodin di Parigi per accogliere la mostra conclusiva delle celebrazioni per il primo centenario della scomparsa di Auguste Rodin (1840 – 1917), completando così il programma di grandi esposizioni che quest’anno ha già coinvolto tra gli altri il Grand Palais a Parigi e il Metropolitan a New York. Mostra, quella nel Museo Santa Caterina, che è promossa dal Comune di Treviso e da Linea d’ombra, che la produce e organizza. La collocazione delle opere segna il percorso cronologico della vita e dell'arte di Auguste, ovvero dalla porta dell'inferno da cui Rodin ricavò molte delle sue sculture, i busti, i bozzetti, le teste, parti di un universo insofferente e introspettivo radicato nell'amore con Camille Claudel. Auguste Rodin è da considerare il continuatore della classicità nella ricerca dei temi mitologici e innovatore all’interno del realismo plastico. Segni dell'amore per Camille sono accennate, con riserbo,  nel marmo in cui la donna esibisce un’ immagine evanescente, quasi un sofferto ricordo. Opera incompiuta e di straordinaria bellezza, come spiega Goldin, "che lega Rodin all'ultimo periodo di Michelangelo di cui fu grandissimo ammiratore". Dopo il viaggio in Italia di Rodin nel 1875, "la scultura sembra lontana da noi come preferenza e sentimento del mondo" eppure, anche se "meno popolare" -afferma il curatore-  l'emozione che sono capaci di infondere opere come Il Pensatore, Il Bacio o il Ritratto di Balzac che chiude simbolicamente l'esposizione sono uniche”. La mostra è visitabile fino al 3 giugno 2018. [V.B.]






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