martedì 18 giugno 2019

Né Altra Né Questa La sfida al Labirinto in Mnemosine

Né Altra Né Questa    La sfida al Labirinto

Padiglione Italia Arsenale. 58^ Biennale Arte 2019
Venezia 11.05-24.11.2019
Né Altra Né Questa    La sfida al Labirinto
A cura di  Milovan  Farronato
Da sempre il termine labirinto, coniato dai Greci per definire l’architettura cretese, ha rappresentato una sfida  in termini reali e psicologici; l’intrico di sentieri ripreso dai giardinieri italiani per  la realizzazione  di  elaborati, ordinati giardini per il divertimento dei signori  di ville palladiane tra 400-500 a rappresentare la capacità umana di saper risolvere enigmi, problemi matematici, il gusto dell’inatteso, dell’originale, imprevisto. Nel tempo il concetto e la realizzazione del labirinto sono diventati parte integrante dell’esistere quotidiano; ci si perde, ma si può ritrovare la strada giusta, si può costruire qualcosa di nuovo, di sconosciuto. Così Venezia è la concretizzazione architettonica del labirinto che nei secoli ha affascinato e ispirato l'immaginazione di notevoli personalità, tra i quali è degno di essere riportato in questo contesto, Italo Calvino, uno dei più grandi labirintologi contemporanei a detta del matematico Pierre Rosenstiehl. “Venezia, indiscusso centro cartografico del Rinascimento, viene descritta da Calvino come un luogo in cui le carte geografiche sono sempre da rifare dato che i limiti tra terra e acqua cambiano continuamente, rendendo gli spazi di questa città dominati da incertezza e variabilità.” Enrico David (Ancona, 1966), Chiara Fumai (Roma, 1978 - Bari, 2017) e Liliana Moro (Milano, 1961)  significativi artisti italiani interpretano il pensiero di Calvino in "La sfida al labirinto", saggio del 1962, a cui Né altra Né questa si ispira. L’idea della mancanza di punti fermi nella  nostra esistenza viene  visualizzata  da Calvino attraverso l’elaborazione della metafora del labirinto:  tutto ciò che ci circonda  sembra  un intrico  indecifrabile in realtà  è costruito secondo un criterio ben preciso. Allo stesso modo Né Altra Né Questa  propone  una tipologia espositiva di libera interpretazione da parte dello spettatore che diventa parte attiva del percorso nel momento in cui  valuta, decide  senza problemi  la sua osservazione  della mostra; non esiste  l’itinerario corretto o sbagliato, il visitatore interpreta, valuta il suo viaggio all’interno dello spazio espositivo proposto.  Emanuela Prudenziato


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