PADIGLIONE DEL PERÙ
58^ esposizione internazionale d'Arte -
La Biennale di
Venezia 2019. 11 maggio-24 novembre 2019
Trans
Tropicalia di Christian
Bendayàn
Curatore
del padiglione del Perù alla Biennale 2019 di Venezia è Gustavo Buntinx a
presentare l'opera dell'artista Christian Bendayàn. La proposta fu vincitrice nel
concorso pubblico nazionale promosso lo scorso anno (2018) dal Patronato Cultural del
Perù e supportato dal Ministerio de Cultura.
"Indios antropófagos"
è essenzialmente
un paradosso: “un'esplorazione post-concettuale del travolgente impatto
sensoriale della cultura amazzonica su certi orizzonti (neo) barocchi dell'arte peruviana”.
Christian Bendayàn è uno dei protagonisti nell’interpretazione dell’occidentalizzazione
della cultura tropicale. Dalle sue opere attiva nello spettatore le pulsioni anticonvenzionali;
una messa in scena delle ambiguità interpretative sui nativi della jungla
amazzonica. Questi furono troppo esotizzati nel ventesimo secolo dalla
pubblicità occidentale e nella fattispecie dalle cartoline che davano risalto
ad aspetti tali da far scaturire fantasie libidiche. La esasperata proiezione
di Bendayàn, secondo
quanto era nell’inconscio dell’occidente, fa dell’ingenuità dei nativi
dell’Amazzonia un'operazione
resa ad alterare i parametri della realtà. Le cartoline dei primi anni del Novecento, secondo
l’ottica ancora coloniale,
in cui si esacerbava la diversità del primitivo,
coprivano con vestiti stratagemma, ali di farfalla, i nudi;
altre invece rendevano erotica l'immagine dei corpi con tatuaggi o pittoriche
decorazioni corporali. Lo Stato, correo della falsa interpretazione
dell’identità di un popolo, con la moraleggiante incursione civilizzatrice,
dava un travestitismo ambiguo. Bendayàn acuisce l’interpretazione civilizzatrice e
moraleggiante ponendo il paradosso: fa dei
segni distintivi il simbolo
di un'identità capace di compiere una metamorfosi: l’indigeno si esibisce come donna-trans, in posa di sensuale
adescatrice; l’innocenza reinterpretata secondo l’ottica maliziosa,
consumistica, imperialista dell’Occidente. Bendayàn, nella scelta tecnico-comunicativa usa un terzo travestitismo:
un transgender storico, urbanistico, la narrazione sulle piastrelle
di ceramica. Queste, importate dall'Europa durante la Belle Époque per il loro utilizzo come
rivestimento architettonico,
rendono esplicita la narrazione ambigua. Bendayàn trasfigura le illusioni di
modernizzazione nella loro materialità più pura: piastrelle colorate fanno da
sostegno ad allegorie
deliranti e monumentali. Nel contesto del padiglione peruviano gli “indiani antropofagi” sono una 'tribù di cannibali' travestiti nel balletto, sfarfallio, edonistico, in cui vengono parodiate le ingerenze culturali degli anni venti occidentali. Significativo il connubio citazionistico tra Otto Michael, un entomologo tedesco e le Trans Tropicalia, ambigue farfalle. La finzione, indubbiamente correlata al vero, tra natura e cultura, incentiva l’artista Bendayàn a formalizzare metafore. La spettacolare rassegna è visitabile nel Pad. Perù, Arsenale di Venezia, fino al 24 novembre 2019. [Vincenzo Baratella]
Nessun commento:
Posta un commento