martedì 18 giugno 2019

PADIGLIONE DEL PERÙ 58^ esposizione internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia 2019 in Mnemosine

PADIGLIONE DEL PERÙ

58^ esposizione internazionale d'Arte - 
La Biennale di Venezia 2019. 11 maggio-24 novembre 2019
Trans Tropicalia di Christian Bendayàn
Curatore del padiglione del Perù alla Biennale 2019 di Venezia è Gustavo Buntinx a presentare l'opera dell'artista Christian Bendayàn. La proposta fu vincitrice nel concorso pubblico nazionale promosso lo scorso anno (2018) dal Patronato Cultural del Perù e supportato dal Ministerio de Cultura. "Indios antropófagos" è essenzialmente un paradosso: “un'esplorazione post-concettuale del travolgente impatto sensoriale della cultura amazzonica su certi orizzonti (neo) barocchi dell'arte peruviana”. Christian Bendayàn è uno dei protagonisti nell’interpretazione dell’occidentalizzazione della cultura tropicale. Dalle sue opere attiva nello spettatore le pulsioni anticonvenzionali; una messa in scena delle ambiguità interpretative sui nativi della jungla amazzonica. Questi furono troppo esotizzati nel ventesimo secolo dalla pubblicità occidentale e nella fattispecie dalle cartoline che davano risalto ad aspetti tali da far scaturire fantasie libidiche. La esasperata proiezione di Bendayàn, secondo quanto era nell’inconscio dell’occidente, fa dell’ingenuità dei nativi dell’Amazzonia un'operazione resa ad alterare i parametri della realtà. Le cartoline dei primi anni del Novecento, secondo l’ottica ancora coloniale, in cui si esacerbava la diversità del primitivo, coprivano con vestiti stratagemma, ali di farfalla, i nudi; altre invece rendevano erotica l'immagine dei corpi con tatuaggi o pittoriche decorazioni corporali. Lo Stato, correo della falsa interpretazione dell’identità di un popolo, con la moraleggiante incursione civilizzatrice, dava un travestitismo ambiguo. Bendayàn acuisce l’interpretazione civilizzatrice e moraleggiante  ponendo il paradosso: fa dei segni distintivi il simbolo di un'identità capace di compiere una metamorfosi: l’indigeno si esibisce come donna-trans, in posa di sensuale adescatrice; l’innocenza reinterpretata secondo l’ottica maliziosa, consumistica, imperialista dell’Occidente. Bendayàn, nella scelta tecnico-comunicativa usa un terzo travestitismo: un transgender storico, urbanistico, la narrazione sulle piastrelle di ceramica. Queste, importate dall'Europa durante la Belle Époque per il loro utilizzo come rivestimento architettonico, rendono esplicita la narrazione ambigua. Bendayàn trasfigura le illusioni di modernizzazione nella loro materialità più pura: piastrelle colorate fanno da sostegno ad allegorie deliranti e monumentali. Nel contesto del padiglione peruviano gli “indiani antropofagi” sono una 'tribù di cannibali' travestiti nel balletto, sfarfallio, edonistico, in cui vengono parodiate le ingerenze culturali degli anni venti occidentali. Significativo il connubio citazionistico tra Otto Michael, un entomologo tedesco e le Trans Tropicalia, ambigue farfalle. La finzione, indubbiamente correlata al vero, tra natura e cultura, incentiva l’artista Bendayàn a formalizzare metafore. La spettacolare rassegna è visitabile nel Pad. Perù,  Arsenale di Venezia, fino al 24 novembre 2019. [Vincenzo Baratella] 


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