59° Biennale Venezia 2022 dal 23/04/22 al 27/11/2022
Il latte dei sogni
“ I sogni producono latte”; sostanza vitale per l’essere umano che deve crescere, ma il vero latte di cui ha bisogno l’arte è la creatività. Quanto si può osservare oggi sia ai Giardini e sia all’Arsenale non rappresenta alcuna autentica novità. E’ presente il riferimento alla classicità, al già noto e ciò che sembra sperimentale è l’imitazione, la riproposta di esperienze già attuate. Tutto ciò non vuole essere una critica fine a se stessa, anzi è l’amara constatazione che il periodo di lockdown ha demolito psicologicamente, non solo chiuso le menti, creato paure, tenuto sotto controllo fisico,ma soprattutto mentale l’intero mondo. L’arte, gli artisti hanno bisogno di libertà,di aria per esprimesi, per crescere, creare. Quando la mente si chiude nascono fantasmi, turbe che difficilmente si cancellano. L’espressione artistica è rimasta statica ha rivelato le sue solite paure, è ritornata ai tabù del secolo scorso, ai problemi della diversità. Ci sentiamo diversi, ma non è un fatto fisico è un cambiamento psicologico tragico, non ancora elaborato, perché ci sono ancora timori, aspetti non compresi, conosciuti della malattia passata e in corso, il lavoro dei vaccini, una pandemia che ha tenuto sotto scacco il mondo impedendo non solo lo spostamento fisico, ma soprattutto quello mentale, ha bloccato la fantasia, l’arte sembra essersi arenata su se stessa, tornando a proporre le sue rivoluzioni passate ormai rassicuranti e non più così dirompenti. Il problema del sesso, l’accettazione della diversità nei comportamenti, nell’elaborazione di ciò che si ritiene vitale, importante nella vita quotidiana; un oggetto comune raffigura un elemento del corpo umano maschile-femminile, ma a lungo andare rimane solo paccottiglia che non guarderà più nessuno. Emanuela Prudenziato
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